SI INSEDIA A COSENZA IL NUOVO VESCOVO, FRANCESCO NOLÈ

(Fonte foto: http://www.periodicodialogo.it)
È ufficiale. Dopo la nomina da parte di Papa Francesco lo scorso 15 maggio, Francesco Nolé è il nuovo vescovo della Diocesi di Cosenza - Bisignano.
Appartenente all’ordine francescano dei Frati Minori conventuali e giunto a Cosenza dopo una precedente esperienza da vescovo di Tursi-Lagonegro, succede a Mons. Salvatore Nunnari.
«Il mio messaggio - ha detto Mons. Nolè - è di comunione. Manteniamo la semplicità e la gioia e, insieme lavoriamo per il bene di tutti, perché se ognuno fa il proprio lavoro onestamente e lo mette insieme agli altri faremo belle cose. Non ho avuto ancora modo di visitare la città però me ne hanno parlato bene e sono curioso di conoscerla e di incontrare i cittadini».
Il neo Vescovo ha espresso il desiderio «di favorire un atteggiamento di ascolto reciproco. Vescovo e sacerdoti, sacerdoti e laici, genitori e figli, e tutti insieme - ha aggiunto - ascoltare ed accogliere pazientemente i desideri e i bisogni dei poveri, degli ultimi, dei giovani in cerca di lavoro e di verità, in ascolto delle domande profonde e inquietanti che ci vengono dalla società e dalle periferie, dalle carceri e dagli ospedali, dalle case per anziani e dagli immigrati, dalla cultura e dal creato».
«Il tempo dedicato alla formazione umana e spirituale dei figli deve essere senza tempo e senza misura, abbracciando tutti i momenti della vita familiare, per tornare ad essere la prima palestra della vita per l’apprendimento delle verità morali, umane e spirituali, con i genitori nella doppia veste naturale di educatori e di primi catechisti per i loro figli. Nella famiglia dove si prega, si legge il Vangelo, si educa ai valori veri della vita, lì c'è Dio, fondamento e certezza della fedeltà, della fecondità e della perseveranza dell’amore coniugale. Presbiterio e famiglia sono anche i due Sacramenti più provati e insidiati in questo tempo in cui sembra che non ci sia più nulla di definitivo e per sempre. Il nostro è un tempo in cui tutto appare mutevole e provvisorio; dove le incertezze e certi sbandamenti sembrano fare da padroni sia nel clero che nelle famiglie. E, compiendosi in scelte morali errate, con stili di vita che vanno nel senso opposto alla vocazione originaria, divengono la ragione del grave danno che subisce non solo la Chiesa di Cristo, ma la stessa società civile».
«In questo contesto oso chiedere - ha concluso - anche la collaborazione degli amministratori e dei politici, della scuola e dell’università, delle famiglie e delle associazioni ecclesiali e civili, per un rinnovato patto educativo, che ci veda tutti impegnati a mettere al centro delle nostre attenzioni, la persona, la sua dignità, il rispetto della legalità e il bene comune».